A parte alcune critiche (ricordo che in Italia siamo tutti allenatori di calcio e critici cinematografici), solitamente chi parla del doppiaggio italiano,  ne parla con grande orgoglio.

Io ovviamente ne vado fiero, essendo io stesso un piccolo meccanismo di questa stupenda macchina.

Ma ho il brutto vizio di mettere in discussione tutto ciò che spesso, si pensa come assodato e sacrosanto.

Il doppiaggio italiano

è davvero il miglior doppiaggio del mondo?

In termine tecnico si parla di “scollamento”. Ci sono diversi modi per scollarsi da un personaggio. Può capitare quando la voce non è adeguata al personaggio (voce troppo grossa su un adolescente), oppure è fuori sinc ecc ecc… ma nonostante queste priorità artistiche vengano rispettate anche in altri paesi a noi italiani, i doppiaggio stranieri sembrano sempre “strani”.

Eppure quando guardo un doppiaggio tedesco mi impressiono per la precisione tecnica. Gli spagnoli sono meno precisi (in generale), hanno delle voci stupende, una presenza vocale accentuata ma ci “suonano”  strani, per non parlare del doppiaggio francese.

Insomma guardando gli altri doppiaggi, mi pare che il doppiaggio italiano sia il migliore. Eppure a detta di molti utenti medi stranieri (es: studente spagnolo, casalinga tedesca, impiegato francese) il nostro doppiaggio, il doppiaggio italiano è difficile da seguire… saremmo NOI gli scollati!!!!

Ma com’è possibile?

Allora ho chiacchierato con chi si intende e studia psicologia e i processi del cervello, e ringrazio Catherine Vitinger per avermi illuminato e confermato quello che avevo intuito.

(Le note scientifiche qui sotto, sono di Catherine!)

Per capire come mai i doppiaggi di altre nazioni ci sembrano “scollati”, dobbiamo capire come funziona il cervello per quello che riguarda la comprensione.

 doppiaggio italiano - il migliore al mondo

La parte del cervello impegnato nella comprensione del linguaggio è l’area di Wernicke, localizzata nella parte posteriore del lobo temporale sinistro. È la zona che riceve l’informazione.

E’ collegata all’entrata auditiva e all’entrata visuale del linguaggio scritto, ma anche del movimento visibile delle labbra e del comportamento (prossemica e para-verbale) della persona che ci parla. Questi segnali vengono inviati alla memoria per sapere di cosa si tratta e per prendere una decisione: azione/riflessione/immagazzinamento nella memoria.

I sistemi principali che vengono coinvolti (semplificando molto) sono:

  • l’attenzione,
  • la percezione,
  • la zona del linguaggio e la memoria (o piuttosto “le memorie”).

 

L’attenzione: è la capacità dello spettatore di focalizzarsi su alcuni elementi della scena.
Alcuni non prestano attenzione alle informazioni visuali, come il movimento delle labbra o il linguaggio corporeo dell’attore. Di solito l’informazione del linguaggio ha priorità su quella visuale. Per questo si crea un’inibizione delle informazioni visuali. (Un po’ come l’effetto cocktail party, ossia la capacità di focalizzarsi su una conversazione quando uno è immerso in tante conversazioni diverse e di azzerare il rumore intorno).
La maggior parte del pubblico è più attenta a messaggio che viene comunicato che ai labiali azzeccati (compito dell’adattatore dialoghista e del sincronizzatore).

Alcun altri invece sono più attenti a ciò che si vede, invece delle parole. Ovviamente per deformazione personale, chi lavora nel mondo del doppiaggio ha un occhio di riguardo per questi particolari

La percezione: non tutti riescono ad identificare i visi o i movimenti delle labbra. Dipende dallo sviluppo di alcune facoltà dei lobi occipitali e temporali del cervello. A volte si può sviluppare, a volte no.

Attenzione e percezione sono collegati alla memoria per dare un senso ai segnali visti / sentiti.

Le memorie: ci sono quella semantica (le date della Storia dell’Italia, il dizionario..) quella procedurale (andare in bici) e quella episodica (il tuo compleanno due anni fa). Il riconoscimento delle parole richiede il lavoro delle tre memorie contemporaneamente: la semantica perché sappiamo delle lettere labiali, palatali.. quella procedurale perché parliamo e ci ricordiamo il movimento muscolare, quella episodica delle facce delle persone che ci hanno marcato emozionalmente quando ci hanno parlato

Ci sei ancora? Ecco perché il doppiaggio italiano ti sembra il migliore di tutti:

quando una persona sente la propria lingua materna, il peso del discorso è più importante rispetto a quando sente una lingua straniera, perché il richiamo associato in memoria è più forte. Può essere così più forte da lasciare perdere le informazioni visuali.

Quando si sente una lingua straniera, l’eco in memoria è debole e a volte solo in memoria semantica. La parola ha allora meno peso per la persona che avrà bisogno di completare la comunicazione con il visuale. Si accorge molto meglio delle divergenze tra labbra e parola tra parola e gestualità.

Detto questo, ti prego, continua a dire che il doppiaggio italiano è il migliore del mondo (non vorrei trovarmi rimpiazzato da uno speaker cinese), ma sappi che come al solito il segreto di tutto è in quella magnifica cosa che c’è tra le nostre orecchie.

doppiaggio italiano - la memoria

 

(La testa!!! 😉 )