Agenzia per attori, cerchiamo di capirci qualcosa di più.
Ho raccolto un po’ di domande e ho intervistato Alice Piano, una bravissima collega, per capire meglio come funziona il mondo delle agenzie per attori e attrici. Se alla fine di questi 2 articoli avrai ancora delle domande senza risposta… scrivimi a info@rivettiwalter.com così vedremo di sciogliere i tuoi dubbi…
- Quali sono i vantaggi di rivolgersi ad un’agenzia/agente?
Il ruolo dell’agenzia è quello di supportare, consigliare e sviluppare il percorso professionale dell’artista. Si tratta di una collaborazione alla cui base deve esserci fiducia e stima reciproca profonda. Se una delle due viene meno è difficile che la collaborazione funzioni. A livello pratico il vantaggio maggiore è che attraverso l’agenzia l’attore o l’attrice può accedere a casting e provini su parte di grandi produzioni, inaccessibili altrimenti. Qualora il provino abbia esito positivo, l’agente si metterà poi in contatto con la produzione in questione per accordarsi su cachet e condizioni di lavoro.
Avere al nostro fianco qualcuno con esperienza che si occupi di questa parte del lavoro è un bel vantaggio perché ci tutela da fregature o sfruttamenti di immagine.
- Meglio muoversi da soli o con una agenzia/agente?
Come detto l’agente è la chiave per accedere a provini di cui, altrimenti, non avremmo modo di venire a conoscenza. Quindi sì, è importante averlo per avere occasioni maggiori.
Ciò non significa però che mentre attendiamo che l’agente ci proponga per una parte noi stiamo fermi ad aspettare la sua chiamata. Questo lavoro si può fare e si deve fare anche e soprattutto partendo da noi. Stringendo contatti con realtà indipendenti, inventandosi progetti, collaborando e crescendo artisticamente. Se guardo il mio showreel posso constatare che almeno la metà dei lavori che sono raccolti, li ho ottenuti tramite agenzia, il resto grazie a contatti stretti nel tempo, dagli anni della prima formazione ad oggi.
Con alcuni miei colleghi poi, poco più di un paio di anni fa, ho creato una compagnia teatrale, l’associazione culturale Contrasto. Creiamo i nostri spettacoli da zero, occupandoci di tutto, dalle grafiche, ai testi, alla gestione amministrativa. All’epoca nacque proprio come modo per non stare inattivi aspettando la chiamata dell’agente e ad oggi è ciò che ci occupa la maggior parte della giornata e attraverso cui ci sentiamo più liberi di esprimerci. È un impegno enorme, ma ci permette di vivere l’attesa del resto con uno spirito completamente diverso, più leggero, senza l’angoscia che se qualcosa non arriva abbiamo buttato il tempo.
- Quali sono i requisiti che devo avere io per affacciarmi su questo mercato? (bellezza? bravura? recitazione?)
Mi piacerebbe poter rispondere solo bravura e preparazione, ma è chiaro che ci voglia anche il fattore in più. Lo studio deve essere comunque la base, cercando di tenersi sempre in allenamento anche dopo i primi anni formativi in Accademia.
Anche guardare tanti film, andare a teatro, lasciarsi ispirare dai grandi professionisti, vedere realtà artistiche diverse da quelle che siamo abituati a frequentare.
Il discorso sulla bellezza è interessante. Contrariamente a quanto si possa pensare mi viene da dire che non sia fondamentale, o meglio, è più utile essere originali e avere caratteristiche uniche. Banalmente, Un taglio di capelli particolare, uno sguardo che ha qualcosa da raccontare, un modo unico di esprimersi è più accattivante di un volto canonicamente bello. Anche perché di canonicamente belli, in agenzia, sicuramente ce ne sono già e ce ne saranno sempre. Spesso i più belli e le più belle sono entrati in agenzia quasi per caso, arrivandoci dalla moda e da ambienti paralleli come i concorsi di bellezza. È naturale che ci sia bisogno anche di quelle figure, ma non possono esserci solo bellissimi e bellissime per raccontare una storia.
Restare fedeli a quello che si è, resta fondamentale quando ci si presenta al primo colloquio con un agente. Primo perché hanno grande esperienza alle spalle e il bluff lo smascherano al primo sguardo, secondo perché affinché la collaborazione abbia i suoi frutti è necessario che capiscano chi hanno di fronte e su che carte possono puntare per far sì che quell’artista si crei il proprio percorso.
Ah! Fondamentale! Presentarsi sempre con un bel materiale. Foto e showreel sono essenziali e sono un investimento su cui vale la pena puntare. Se non si ha abbastanza materiale per uno showreel non ci sono problemi. Lo si può creare! Si scelgono 2-3 scene adatte, nelle quali ci si sente sicuri e che ci si diverte a fare e le si recita riprendendosi (se ci si può avvalere di professionisti per le riprese meglio, ma solo perché il pacchetto è più accattivante, altrimenti va bene anche col cellulare). Un mio consiglio è sempre di scegliere qualcosa che vi piace interpretare e riprenderlo nella maniera più semplice ed efficace possibile. Vi si deve vedere bene. Non dovete essere belli, dovete essere voi. La stessa cosa vale per le foto. No effetto vedo-non-vedo o super trucchi, l’agente, così come il casting director, ha bisogno di capire rapidamente e con uno sguardo la tipologia di attore e carattere che potreste rappresentare.
- Cosa cercano maggiormente le agenzie/agenti?
La giovane età!
Scherzo.. ma nemmeno troppo ahimè! Lo scorso anno, quando mi è capitato di cercare una nuova agenzia, molte apprezzavano il materiale che presentavo loro ma mi rispondevano “peccato che tu non abbia 20 anni”! (Ne avevo 9 in più).
Per fortuna non è per tutti requisito fondamentale, ma è sicuramente d’aiuto perché molti preferiscono costruire il percorso professionale con l’artista fin dai suoi primissimi passi. Io però a 20 anni stavo frequentando l’università e volevo fare la professoressa del liceo, quindi le agenzie non me le sognavo nemmeno.
In generale comunque quando un agente fa un colloquio vuole vedere qualcosa che ancora non ha visto, omologarsi a ciò che sembra vada più di moda non paga. Detta così sembra una cosa molto semplice (oltre che banale), in realtà sono la prima a sapere bene che così non è. Molte volte mi sono sentita insicura perché mi pareva di non avere le caratteristiche che vedevo nelle altre attrici che lavoravano tanto, più di me. Puntare sulle peculiarità è un esercizio che mi impongo di fare ogni giorno, a volte me ne dimentico, non è semplice. Ha a che fare anche con l’autostima e l’accettazione di quello che si è, e che si ha, che non ci basta quasi mai. In questo senso siamo spesso noi attori a metterci i bastoni tra le ruote.
Segui la seconda parte dell’intervista e scopri come muoverti nel mondo delle agenzie per attori e attrici!
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