Molti mi chiedono come comunicare meglio e io do dei consigli come vocal coach, ma la voce e la dizione non bastano per una comunicazione efficace a scuola o sul lavoro, molto fa l’atteggiamento.

Per questo ho deciso di elencare alcuni consigli pratici ed errori da evitare:

  • mantieni una postura corretta (piedi ben piantati a terra, spalle dritte): evita di muoverti troppo, oscillare da un piede all’altro.
  • Attenzione alla gestualità esagerata (non sei sulla pista di un aeroporto) ma non azzerarla completamente. Usa i gesti per accompagnare e sottolineare le tue frasi.
  • se devi riorganizzare i pensieri, avrai la tentazione di riempire i vuoti aggiungendo intercalari inutili, privi di significato come “cioè” “e quindi” “appunto” “diciamo”. NON farlo, l’effetto per chi ascolta è di insicurezza e indecisione, quindi ne saresti penalizzato.

  • Un errore simile al precedente riguarda il riemire il silenzio con hemmm, hee, hea. E’ vero, non c’è silenzio che potrebbe essere scambiato per mancanza di argomenti, ma così non migliori la situazione.
  • Guarda negli occhi il professore con cui parli! (Soprattutto nelle sessioni con più docenti). Molti studenti tendono a guardare in basso, come se li scocciasse parlare, oppure guardano ovunque,  evitando a ogni costo il contatto visivo con l’interlocutore. Se non guardi in faccia il professore perché ti fa paura, prova a immaginartelo in una situazione buffa o che te lo renda più “umano”: mentre è in bagno, mentre si taglia le unghie dei piedi, mentre russa… la paura passerà!
  • E’ vero che devi guardarlo negli occhi, ma non devi ipnotizzarlo. Ogni tanto distogli lo sguardo. Se ti inibisce guardarlo negli occhi, fissa un punto in mezzo alla fronte. Chi ti ascolta non noterà la differenza e per te sarà più facile “mantenere il contatto visivo”.
  • La comunicazione efficace a scuola passa per la sicurezza in te stesso: concentrati sui tuoi punti di forza e sorridi, senza però essere arrogante.
  • Come dicevano al militare? “Petto in fuori, pancia in dentro?” Beh sicuramento non devi accartocciarti su te stesso. Tieni le spalle dritte, così sembri un vincente.
  • Immagina che la tua voce debba raggiungere il fondo della classe. Tecnicamente questo si chiama “portare la voce“, utilissimo per chi studia teatro. Molti studenti tendono a tenere un volume di voce basso, al limite dell’udibile, proprio perché sono insicuri e temono di sbagliare. D’ora in poi, fatti sentire!
  • Parla lentamente. Tanti i vantaggi: 1) se eviti di parlare a macchinetta si capirà meglio cosa vuoi dire, 2) potrai enfatizzare i concetti chiave, 3) avrai il tempo per organizzare il discorso.
  • Articola! Il discorso sull’articolazione per gli attori è un po’ più complesso, ma a te basterà aprire un po’ di più la bocca e mettere un po’più di forza in quello che dici. Le parole saranno più chiare e intelliggibili.
  • Filmati e riguardati: oggi qualunque telefonino ha una fotocamera in grado di fare bei video, perciò approfittane per simulare un’interrogazione, magari pensi di avere una comunicazione efficace a scuola, invece il tuo modo di porti è “da perdente”.
  • Migliora pronuncia e dizione: parlare bene ti farà sentire più sicuro e “professionale”, probabilmente sei ancora uno studente, ma avere un atteggiamento più adulto ti aiuterà a farti rispettare dal professore.
  • Se devi prendere tempo, usa la domanda del docente, magari riorganizzata con una struttura diversa per prendere tempo. Usare lo stesso linguaggio dell’interlocutore, avvicina le persone.

Segui questi consigli e vedrai che tu (o tuo figlio) migliorerai l’esposizione a scuola. Essere penalizzati per qualcosa che non viene insegnato a scuola, ma che è preteso dagli insegnanti è paradossale, ma ora sai come aggiungere valore al tuo sapere.

Spero di averti dato qualche spunto di riflessione per avere una comunicazione efficace a scuola, se vuoi saperne di più sulla dizione, clicca sul tasto verde e riceverai tre video in regalo.

Per questo e altri spunti sull’argomento scuola, ho trovato interessante il libro “Studiare è un gioco da ragazzi!” di Matteo Salvo.