L’Arte, per il novello Prometeo è sempre stata la spinta che ha mosso i suoi passi e dopo una lunga, faticosa e meritata salita, da tempo vive e parla con gli dei dell’Impero. Lontani sono i tempi in cui dal basso li ammirava e anelava a raggiungere le alte cime del monte, dove l’Arte prende forma. Ormai ne capisce e condivide la grandezza, il modo di lavorare e la gioia che sempre regna tra i Titani. Proprio per questo Prometeo non dimentica la Sua origine. Proprio per questo da tempo insegna a molti viandanti e apprendisti, quali sono i sentieri e i passi da posare in maniera corretta, per poter giungere sulla vetta dell’Impero.

Ma affacciandosi vedeva in basso, nella valle distante tante mani alzate che invocavano la possibilità di ricevere numi, istruzioni o solamente una voce per potersi affacciare al mondo degli dei.

Fu così che con le nuove conoscenze che la recente scienza gli offriva, riuscì a lanciare messaggi a tutti i popoli del regno. Questi messaggi di alto contenuto, non si risparmiavano e fornivano dettagliatamente le istruzioni per accendere quella fiamma che costantemente da sempre arde nel Sancta Santorum dell’Impero. Tali istruzioni e insegnamenti erano i primi che venivano elargiti.

Il Fuoco dell’Arte era accessibile a tutti!

Purtroppo la notizia si sparse e in molti dopo aver appreso come mantenere la scintilla del foco sacro si arrampicarono per l’erta via montana. Questa salita era avvantaggiata dalle indicazioni fornite dalla mappa del Prometeo che mettevano in allerta i viandanti, indicando dove evitare di mettere il piede in fallo.

Ai Titani dell’Impero la cosa non piacque affatto. Per loro l’Arte deve rimanere all’interno di uno stretto giro, da secoli le storiche famiglie, gestiscono l’ingresso agli adepti e spartiscono con oculatezza il lavoro.

Prometeo venne chiamato a consiglio da una delle purosangue che con fare sprezzante gli disse: “Come ti permetti d’insegnare a distanza i nostri segreti. Chi sei tu per portare il fuoco fuori dal Tempio? Ho il potere di bruciarti e lo userò se non abiuri la tua scelta!”

Prometeo un poco scosso, usci dall’incontro turbato e pensieroso. Ma aveva finalmente visto il lato oscuro dei Titani. L’impero fondato su un antico retaggio reagiva con violenza.

Pochi passi fuori dal Tempio incontra un altro Titano, sicuramente meno noto della precedente ma inserito nel sistema da tempo. Con fare amichevole e voce melliflua affianca Prometeo e gli dice: “Caro Prometeo non puoi portare il Fuoco fuori dal monte. Guarda quanti stanno risalendo la cima. Sono validi certo, ma non è così che l’Impero funziona. Dobbiamo essere noi a gestire tutto. Lo so che le tue intenzioni sono buone, ma ti prego fai un passo indietro. Oltretutto adesso dovrebbe arrivarmi un grosso incarico e vorrei che mi aiutassi. Cosa ne dici? Pensaci mi raccomando”. E si allontanò, Prometeo non capì se camminando o strisciando.

Due Titani con due modi diversi ma con le stesse finalità, egli si ritira pensieroso per riflettere sulle proprie scelte e possibilità. Sedutosi su una roccia si mette a riflettere.

Ed è proprio il caso o un angelo che gli porta d’innanzi un suo allievo, il quale con le lacrime agli occhi lo ringrazia per gli insegnamenti impartiti, per le indicazioni fornite per la scalata e dopo averlo abbracciato, chiamato Maestro (cosa che Prometeo crea sempre imbarazzo), si dilegua.

Ora Prometeo sapeva di essere nel giusto.

Dopo essersi rasciugato gli occhi, prende la strada per il Tempio, ma lungo la strada del ritorno, un amico, gli comunica che la condanna per chi persegue nel volersi ribellare ai Titani è quella di essere legato ad una roccia ed essere tormentato da un’aquila che gli avrebbe dilaniato il fegato. Era assolutamente una punizione simbolica, inflitta da chi, in quel momento si stava “rosicando” il fegato.

PROMETEO e l'arte

Era calata la notte. E dall’alto del monte Prometeo capì che il futuro non era più nelle sue mani e nemmeno in quelle dei Titani, guardando verso il basso, vide infatti una moltitudine di fiammelle, le stesse che egli stesso aveva sottratto agli dei, che con passo deciso, si avviavano verso l’anelato obiettivo: la conquista dell’Impero.

Qui la seconda parte!