In un precedente articolo avevo suggerito 5 monologhi femminili da presentare a un’audizione, ma, come mi è stato giustamente fatto notare, non avevo consigliato 5 monologhi maschili per distinguersi dalla massa.
Il consiglio che avevo dato alle donne vale anche per gli uomini: evita i soliti Amleto, Otello, Romeo, Tartufo, ecc.
Stupisci piacevolmente il regista che dovrà giudicarti, con monologhi maschili per il teatro belli e poco conosciuti!
Dimostrerai di esserti preparato e di aver fatto un bel lavoro di ricerca.
C’è un altro motivo per cui ti consiglio di evitare i personaggi maschili troppo famosi. Il regista potrebbe avere in mente l’interpretazione di qualche grande attore e farebbe un paragone nella sua testa. Sai anche tu che ne usciresti inevitabilmente svantaggiato.
Ecco quindi 5 monologhi maschili per il teatro originali (dal più antico al più moderno):
- “Gli straccioni” di Annibal Caro, composto nel 1543. Ti consiglio il prologo dell’opera in cui l’attore chiama a raccolta il pubblico e introduce gli argomenti della commedia. Suscitare curiosità nel pubblico senza essere troppo enfatici è senz’altro una sfida interessante rappresentata da questo prologo.
- “Il teatro comico” di Carlo Goldoni del 1750. Sicuramente è una commedia particolare. Si tratta dell’allestimento di uno spettacolo in cui convivono la Commedia dell’Arte e, quindi l’improvvisazione, e il teatro più aderente alla realtà di Goldoni stesso. Inutile specificare chi vincerà. Il monologo che ti consiglio è quello del capocomico Ottavio che spiega come si deve comportare in scena l’attore di questo nuovo stile teatrale.
- “La città morta” di Gabriele D’Annunzio (1898). Il personaggio di Leonardo è drammaticamente combattuto e alla fine diventerà un assassino. Questo personaggio offre molti monologhi maschili tra cui scegliere, per esempio qui.
- “Come le foglie” di Giuseppe Giacosa (1900). L’opera racconta di una famiglia travolta dai debiti che, sull’orlo del baratro, viene salvata da Massimo. Quest’ultimo pronuncia un bel monologo sull’importanza di riscattarsi e della ricchezza delle cose, non quelle materiali, ma le piccole cose della vita.
- “Stelle e stellette” di Umberto Eco (1976). Autore noto soprattutto per i suoi libri. In realtà ha curato anche spettacoli teatrali, oltre a scrivere la sceneggiatura del famosissimo film “Il nome della rosa”. Il testo che ti propongo, però, schernisce le caratteristiche tipiche della guerra, tramite quello che lo stesso Eco definì un divertimento fantamilitare. All’inizio dell’opera, una voce si diffonde con piglio militare, ma il contenuto rende evidente l’insulsaggine del dispiegamento militare. Se ti piace usare un tono militaresco e stentoreo, ti consiglio questo monologo (è anche piuttosto corto, se vai di fretta).
Spero di averti dato degli spunti interessanti!
Ovviamente recitare i monologhi maschili a teatro non è semplice, però prima di tutto devi controllare gli accenti (in caso di dubbio, aiutati col dizionario DOP) per pronunciare ogni parola con la dizione corretta. Do per scontato che tu conosca perfettamente la dizione, ma se non è così o ti serve un ripasso per sentirti più sicuro, qui trovi il mio corso per imparare rapidamente le regole della dizione.