Dizione accenti, fonetica, ortoepia, prosodia ecc ecc sono tutti concetti che se vuoi diventare un attore professionista, devi conoscere e padroneggiare.
Ovviamente mi sarebbe piaciuto diventare subito un esperto del settore… invece ho dovuto frequentare 2/3 corsi di dizione, per imparare con grande sforzo la dizione accenti, regole. E’ anche per questo motivo che successivamente ho creato un sistema che permette di memorizzare velocemente tutte le regole in pochi giorni. Se sei interessato dai un’occhiata QUI.
Comunque, non mi sono posto troppe domande. Dovevo imparare dizione accenti e tutto il resto, erano regole scritte, presenti anche sui vocabolari (fonte attendibile) e l’ho fatto.
Ma ora ogni tanto qualche allievo (più curioso di me) mi domanda:
“Certo che è un po’ strana la dizione
Accenti che cambiano dal greco, passando al latino e poi all’italiano”
Già! E’ proprio così. Io non ho seguito studi classici. Chi l’ha fatto, sa che i greci parlavano di Èdipo e di Pèrseo, che noi conosciamo come Edìpo e Persèo!
Perché sono cambiati gli accenti?
C’è una regola da poter applicare? Una sorta di convertitore fonetico in cui inserisci la parola d’origine e in base alla regola sopracitata ti restituisce la parola in italiano?
Te l’ho detto, non lo sapevo. Allora mi sono messo a cercare tra i libri e i siti di linguistica e di storia della grammatica.
Più leggevo difficili spiegazioni sulla filogenesi linguistica, più nella mia mente prendevano forma una serie di scenette che, guarda caso, sono assolutamente sovrapponibili a quello che succede ancora oggi, con l’italiano che conosciamo (o dovremmo conoscere).
Ti faccio un sunto, in parole povere, di quello che secondo molti storici è successo.
In principio c’era il greco. Tutto parte da loro, sono arrivati prima.
Poi ci son stati i latini. La cultura della Magna Grecia e quella dei latini è venuta in contatto e…
i latini hanno iniziato a usare termini e parole dei greci.
E’ un po’ come se noi invece di dire “ho una riunione”, dicessimo “ho un meeting!”.
Hai capito perché mi viene da sorridere? E’ quello che succede ancora oggi, è quello che succede alle lingue vive.
Continuo con la mia storiella e immagino il commerciante che arriva dalla Sicilia (Magna Grecia) e per fare lo splendido con una bella romana inizia a parlare usando paroloni (greci).
Peccato che un po’ li storpi (come facciamo noi con l’inglese). Dai, diciamocelo, alcuni accenti di questi greci sono proprio fastidiosi. Meglio latinizzarli un po’ e renderli più simili alle abitudini linguistiche di casa…
Insomma: parla come “Magna”.
Oh, c’è da dire che i letterati Romani rispettavano le parole greche nella forma e nelle regole scritte, ma un conto è scriverle, un altro è pronunciarle!!! E poi ‘sti greci hanno un sacco di parole ossitone (parole accentate sull’ultima sillaba), suonano male! Sai che c’è? Io sposto l’accento (es. Koròs diventa chòrus che in italiano diventa còro).
Mentre continuo il mio film mentale su dizione accenti e la loro origine, sento dei comici che prendono in giro l’inglisc e immagino Sarsina che storpia le parole greche per renderle più buffe ed amplificare l’effetto comico.
Poi hanno introdotto delle nuove lettere che non si usano tra i latini. E mo? Come famo? E questo è un casino (anzi baccano, è più appropriato vista l’epoca). E’ come se noi dovessimo pronunciare correttamente la parola persiana pāy-jāme (indumento per gambe) e invece ci esce fuori… pigiama!!
Come mai in toscana la tuta si chiama Toni? Perché i soldati durante la seconda guerra mondiale avevano la targhetta To NY, venivano da New York!
Insomma io non sono un linguista, non mi pongo nemmeno la domanda se sia più corretto usare la verisone originale (greca) o l’intermedia (latina). Quindi rimango su quello che dice il DOP, che riporta come ciò che è più corretto in italiano.
Ovviamente gli accademici non sono concordi su questa teoria filologica (greco-latino-italiano), ma a me piace pensare che la cultura passi (anche) attraverso l’ignoranza. Purtroppo non ho trovato la formula per dizione, accenti, e tutto il resto, ma a me piace ricordare la cugina di mia nonna che diceva
“dopotutto l’inglese è facile, in America a
Brucchelino le macchine le chiamano ancora CARri!!”